Fukigen na Mononokean Tsuzuki
Tra una commissione e l’altra attraverso il Mononokean, Hanae riesce a ricevere preziose informazioni su suo padre Sakae.

Trama – Un po’ di… –

Se nella prima serie di questo titolo non è che siano poi successi chissà che eventi, era più una carrellata di svariate situazioni per presentare i personaggi e l’ambientazione, in questa seconda assistiamo a qualcosa di ben più costruito e apprezzabile.
Infatti, oltre a conoscere qualcosa in più sul mondo nascosto e come è governato, veniamo a conoscenza del motivo per il quale Hanae è diventato un servo del Mononokean; il padre è stato a sua volta tale prima di passare, se così vogliamo dire, dall’altro lato. In pratica è diventato cattivissimo e si è macchiato di svariate uccisioni e torture nei confronti degli Youkai.
Sebbene ad Abeno non interessi particolarmente la questione, pare che il padre di Hanae possa ricollegarsi anche al precedente padrone del Mononokean, di cui lo stesso Abeno era servitore.
L’intera vicenda si esaurisce in una specie di nulla di fatto in quanto il padre di Hanae dovrebbe essere morto da tempo, ma non c’è certezza, mentre Aoi, precedente padrone, non è più reperibile.
Trama – si può chiamare tale –
Dal punto di vista della trama, ne abbiamo una. Durata quella dozzina di episodi, certo, ma almeno ha dato un senso alla visione e si è rivelata sufficientemente interessante. Non mi spiego per quale motivo si sia voluto dividerla da quella che è la prima serie in quanto, se avessero proposto un’unica serie da 24 episodi, si sarebbe potuto apprezzare molto di più l’insieme ed avere quel giusto livello di impazienza per un’eventuale altra. Altra serie che ci sarà, probabilmente, per la fine di quest’anno o l’inizio del prossimo.
Purtroppo non ho ancora chiaro qualche sia il centro di questo titolo, almeno sotto il profilo della trama; mi sembra un po’ scarno nelle idee e si limiti un po’ troppo a invenzioni del momento. Ovviamente lo dico da profano del manga che non ho letto.
Speriamo che le avventure con il Mononokean proseguano per una via un po’ più succosa.
Personaggi – Classici, mediocri –
Quando dico classici non intendo qualcosa di negativo. I personaggi classici si trovano un po’ ovunque, sia che si tratti di un titolo come questo che uno un più romantico o d’azione. Il problema vero, però, è che qui non abbiamo personaggi che non lo siano. Abeno il misterioso, silenzioso, buzzurro, ma dal cuore d’oro; Hanae lo sciocco, buono a prescindere, timido, pauroso e che si butta ovunque pur di aiutare qualcuno o qualcosa.
Nemmeno la ragazza, figlia del bonzo al tempio, risulta interessante con quel suo modo di fare distaccato, freddo e poco partecipe a ciò che le succede attorno. Trovo inutili anche le forme umane di alcuni Youkai ricorrenti negli episodi come la sorella di una delle divinità o la “farmacista” serpente con le tettone.
Non si riesce ad avere empatia con i personaggi e nemmeno immedesimazione in ciò che fanno portando chi guarda ad annoiarsi.
Personaggi – Hanae –
Non potevo aspettarmi che lo cambiassero da zero dopo la prima serie; quello è e quello è rimasto, ma è fastidioso ad alti livelli. Nessuno, spero, reagirebbe come lui a quanto succede; prende tutto come se nulla fosse, mosso da una non specificata stupida positività che rende tutte le situazioni in cui si trova dannatamente insulse.
In onore del tutto è bene ciò che finisce bene, continuano a rendere il personaggio principale un completo idiota senza speranza. Non che gli altri personaggi siano particolarmente intelligenti, ma è un suicidio per l’intero titolo.
Nemmeno l’aver scoperto chi era suo padre ha portato particolari cambiamenti e temo non ne vedremmo affatto. Insomma, la divinità corvo lo ha quasi ammazzato senza battere ala… Mi sarei aspettato un po’ di rabbia? Cattiveria? Una parolaccia?
Animazione

Dopo aver letto i primi punti di questa recensione vi sarete fatti l’idea di quale sia il livello di questo titolo: sì, pure l’animazione è di media qualità per un’opera super colorata che cerca in tutti i modi di essere piacevole da guardare e leggera.
Oh, leggera lo è di sicuro, ma se il target fossero i ragazzini della scuola media, dovrei pensare che i giapponesi di quell’età sono decisamente indietro come sviluppo.
Per carità, Mononokean, non è brutto da guardare, non è fatto male, ma assomiglia moltissimo ai primi episodi che si sono visti in Naruto dove la trama era piegata dalla moltitudine di personaggi e dalle loro interazioni e la qualità era parecchio scarsa. Salvo poi cambiare quasi completamente nello Shippuuden.
In Mononokean, salvo super sorprese, questo aspetto non cambierà e credo che, nel tempo, perderà parecchi estimatori a discapito di titoli di altra natura, specie basati su Idol o maghette/i vari che possono contare di effetti speciali e più cura dei dettagli.
Sonoro
Trattandosi di una seconda serie le voci dei personaggi non avrebbero potuto subire modifiche pertanto ci ritroviamo a sentire gli stessi doppiatori che si impegnano a rendere credibili dei personaggi che non lo sono sempre. O almeno pochi di loro.
Possiamo salvare Abeno e qualche abitante del mondo nascosto dalla forma poco umana o mista, ma sia Hanae che la ragazza del tempio sono difficili da sopportare.
Per quanto riguarda il resto del comparto sonoro è probabile che vi dimenticherete molto presto di entrambe le sigle; troppo anonime, commerciali e/o pop per offrire quel qualcosa in più a questo titolo. I suoni d’ambientazione presenti negli episodi ricalcano la mediocrità dell’intera opera e si sarebbe potuto fare molto di più.
Sigla iniziale :
- “Long Time Traveller” dei mono palette
Sigla finale :
- “1%” di Wolpis Carter
Non vale il tempo
Nonostante la trama abbia offerto qualcosa di più strutturato e godibile rispetto a quanto visto nella prima serie restiamo di fronte ad un prodotto di qualità mediocre senza una chiara direzione o destinazione né interessanti punti di interesse da sviluppare.
Sulla falsa riga di un suo parente, Natsume degli spiriti, temo continuerà a proporre episodi generici su Youkai più o meno divertenti o interessanti, mancando di fornire un reale scopo per guardare l’episodio successivo. (La trama di Natsume è soltanto diluita, ma esiste)
Non so nemmeno dire se sia un peccato perché da una parte non mi sono mai aspettato granché da questo titolo sin dall’inizio, dall’altra potrebbe offrire molto di più.
In linea generale il mio consiglio è di non guardarlo perché in giro c’è di meglio, anche dal punto di vista di coloro che cercano un’opera per passare il tempo senza troppe difficoltà o trame complesse.
Screenshots
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