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Noragami+Aragoto

Il divino in disgrazia Yato lavora part-time per raccattare i soldi e potersi ricostruire il proprio tempietto.

Questa recensione è stata scritta nel 2016, prima dell’implementazione del nuovo stile che potete vedere in quelle più recenti.

Recensione

Tratto da un manga ancora in corso, iniziato nel 2010, queste due serie parlano di un una divinità di nome Yato che vuole a tutti i costi avere un proprio santuario per non scomparire.
Purtroppo è fedele a delle vecchie usanze e, per poter arrivare al suo scopo, va avanti facendo lavoretti generici per soli 5 yen alla volta. Come divinità non sembra valere molto, ma chiunque abbia a che fare con lui ne conserva un buon ricordo.
Lui, come le altre divinità esistenti, ha bisogno di armi per combattere contro i mostri dell’oscurità che si celano in ogni angolo del mondo e che cercano di danneggiare gli esseri umani. Tali armi vengono forgiate dagli spiriti che si trovano ancora legati al mondo per qualche motivo. È così che una sera durante uno scontro con un mostro scova uno spiritello giovane, non del tutto coscente del suo stato, e lo trasforma in una katana.

I due passeranno momenti difficile e pericolosi, specie quando dovrà affrontare l’altrà divinità, una di quelle più importanti, Bishamon che possiede una miriade di spiriti potenti pronti a combattere per lei. Al duo si unisce, suo malgrado, una ragazza che può scindere lo spirito dal corpo e scorrazzare come un gatto senza che nessuno la possa vedere.
La storia, inizialmente, non mi dava particolari stimoli anche perché le immagini che girano su google non mostravano dei mostri degni di nota. Fortunatamente non sono loro il centro su cui ruota la vicenda del dio Yato, ma la sfida all’altra divinità ed una katana mercenaria apportano la giusta profondità e divertimento nella serie.
Non mancano colpi di scena derivanti da un passato pieno di morti e sofferenze, tipici se vogliamo, a giustificare certe situazioni e relazioni dei protagonisti.

L’animazione è ben gestita e durante gli scontri si nota una certa attenzione ad evitare che questi risultino incomprensibili o impossibili, come può capitare quando ci sono un sacco di avversari. Nota di merito alle sigle presenti sia nella prima serie che nella seconda: rockettare e forti si accompagnano bene alla storia e al carattere dei personaggi che non lesinano battute divertenti e scenette ridicole. Non mi pare che il manga sia arrivato sino a noi in Italia, ma è uno di quei titoli che potrebbe piacere a molti appassionati. Peccato che la licenza italiana valga solo per la seconda serie, senza la prima non ha molto senso.

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