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Natsume Yuujinchou +Zoku, San, Shi, Go, Roku


Natsume ha un grande potere: poter vedere gli Youkai; inoltre, possiede un libro con molti loro nomi e storie.

Recensione

Appassionato come sono del folklore giapponese o delle loro antiche leggende non posso non guardare ogni serie che esce in merito all’argomento; Natsume Yuujinchou è un progetto che inizia parecchi anni fa, nel 2005, ed il manga è ancora in corso, ma non riesce ad esprimersi al meglio.
Parto dalla premessa che, per me, il migliore resta sempre Mushishi sebbene non tratti esattamente la stessa cosa mentre questo Natsume Yuujinchou ha fin da subito preso una piega ben chiara: trattare e/o immaginare gli youkai sullo stesso piano degli umani. Questa scelta permette di esprimersi più liberamente e sfruttare appieno la propria fantasia, togliendo però peso all’ambientazione che manca completamente di supportare la trama.
Parto proprio dalla trama: siamo ai livelli di Naruto. Le sei serie fin qui pubblicate non sono altro che filler per il 90% degli episodi relegando ad un episodio a serie la presenza di Natori Shuuichi o altri esorcisti come i Matoba, veri co-protagonisti della trama principale. Se da un lato abbiamo il giovane Natsume Takashi che ha imparato con gli anni a trattare con gli youkai, tanto da averne più di uno fortissimo affianco, dall’altra abbiamo gli esorcisti che operano per far sparire quelli che si impicciano del mondo umano ricorrendo anche a pratiche moralmente discutibili. Questo voler tirare in lungo il prodotto è soltanto business e se alcuni episodi sono comunque interessanti da guardare, grazie alla fantasia dell’autrice, sopportare una trama così lenta è quasi opera di fede. Senza contare che gli episodi appartenenti alla trama principale si staccano talmente tanto nel modo in cui sono rappresentati rispetto agli altri che sembrano quasi gestiti da un team diverso. A quasi tredici anni dall’inizio del manga direi che potrebbero cercare di stringere un po’ e puntare sui contenuti.
A discapito di tutti i filler presenti nelle serie i personaggi sono comunque ben bilanciati. Tralasciando Natsume che è sempre presente si sono, piano piano, aggiunti altri che aiutano a variare un po’ le situazioni anche se alcuni di loro non hanno praticamente niente da dire di se stessi. Il filo conduttore è la valorizzazione del sentimento dell’amicizia, ma ambientare il tutto in una zona rurale, immersa nel niente, non aiuta affatto a risaltare questo legame tra persone e youkai. Tant’è che alle prime gite in città di Natsume si può ben notare come i comportamenti siano ben diversi. Si ha la netta sensazione che Natsume odi stare assieme alle persone o che l’autrice ci suggerisca di non aver piacere in ciò che sono in realtà le persone abituate a stare in mezzo agli altri. Come se in campagna le persone possano essere migliori.
Insomma, a conti fatti, salvo Natsume, Taki e Tanuma, gli altri sono solo personaggi di contorno di ben poco conto e utilità. Hanno più importanza Hinoe e Hiiragi, due youkai.
Per quanto riguarda il lato tecnico ho ben più di una lamentela da fare. Se le prime due serie potevano avere un budget limitato dai risultati che potevano ottenere tra il pubblico è inamissibile che soltanto la sesta, Roku, si sia adeguata a degli standard più alti a livello grafico. Per le altre cinque serie non si notano miglioramenti di nessun tipo mantenendo quello stile leggero e dai colori fin troppo leggeri che andrebbero bene per una serie tranquilla o romantica; non certo per un titolo in cui spesso e volentieri c’è uno youkai che vuole mangiare Natsume o fargli quanto più male possibile per ottenere lo Yuujinchou.
Il vero punto di forza delle serie sono le sigle: tralasciando la prima che non ne ha di particolarmente belle, tutte le altre cinque ci fanno ascoltare molte belle canzoni ed è difficile skippare quel minuto e mezzo in cui si possono ascoltare. Le voci sono mediocri, specie quella di Natsume, che sembra appartenere più ad un uomo adulto sulla trentina che ad un ragazzo di sedici anni. Le musiche all’interno degli episodi sono anonime, riciclate in tutte le serie e non riescono a risaltare eventuali momenti particolari.

Dopo sei serie mi aspettavo una svolta nella trama, mentre sono qui a commentare un mare di filler. C’è un miglioramento a livello di animazione, ma Mushishi rimane lontanissimo nonostante uno stile diverso e un punto di vista più crudo. Un anime senza una trama, questo è Natsume Yuujinchou.

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