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Prison school

L’istituto apre le porte, per la prima volta, a studenti maschi, ma li aspetta la prigione alla prima occasione.

Questa recensione è stata scritta nel 2015, prima dell’implementazione del nuovo stile che potete vedere in quelle più recenti.

Recensione

Sapevo a cosa stavo andando incontro e non me ne sono pentito.
Parto con questa considerazione che ritengo fondamentale per poter giustificare la mia valutazione di questo anime. Quelli che, come me, hanno scorto alcuni screenshots in rete già sapranno che siamo davanti ad un anime divertente che non intende trattare nessun argomento specifico né avere una morale. Demenzialità, tette e culi (e anche troppo d’altro) sono presenti in ogni singolo episodio e ci seguono in tutta la trama.
Trama che per quanto stupida possa sembrare da un senso ai personaggi presenti: cinque ragazzi vengono presi in un liceo, sino all’anno prima, per sole ragazze che vedono la cosa come la peggiore che potesse capitare.

L’odio rivolto verso gli uomini per via dei loro istinti sessuali fa sì che un’associazione segreta faccia di tutto per espellere i cinque e dimostrare che in quella scuola non ci debbano essere uomini.
Tra punizioni corporali, soprusi di vario genere e intensità, lavori forzati e prigionia, l’anime coinvolge chi lo guarda nella battaglia sperando di riuscire a salvare i cinque dall’espulsione.
Graficamente non c’è molto da dire, è gradevole guardarlo e non ho notato particolari problemi sotto questo aspetto. Vero è che l’ho potuto vedere solo in streaming sul sito italiano che ne detiene i diritti, ma mi è sembrato in linea con gli standard attuali. Quanto all’audio ci sono dei doppiatori giapponesi adeguati al comportamento dei personaggi mentre per le due sigle, inerenti alla trama, preferisco la OP.

Il punto forte della serie sono i personaggi, molto diversi da loro, ma che si amalgano molto bene e rendono più divertenti le gag anche se alcune vengono ripetute più volte appesantendo la visione.
Nel complesso è una buona serie, ma va vista dell’umore giusto senza la minima pretesa di guardare un anime complesso o con una trama ben sviluppata. Delle buone risate e qualche scenetta piccantina che non lasciano molto all’immaginazione. Peccato soltanto che i pochi episodi abbiano richiesto un taglio sul numero dei personaggi che, nel manga, sono di più.

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