Vagabond
Recensione manga fino al volume 15 scritta da KBII
バガボンド - Vagabond
- Il manga è scritto e disegnato da Takehiko Inoue, pubblicato dal 17 Settembre 1998.
Informazioni sul manga
- L'opera Vagabond inizia nel lontano 1998 dalle mani sapienti di un autore già famoso quale Takehiko Inoue. È tutt'ora in corso e racconta la storia, più o meno romanzata e ampliata, di uno sconosciuto Takezo Shinmei, divenuto poi famosissimo con il nome di Musashi Miyamoto. Il tutto ambientato subito dopo la battaglia di Sekigahara, circa nel 1600.
È pubblicato dalla Planet Manga (o Panini Comics) e, allo stato attuale, sto leggendo la seconda ristampa con sovracopertina.
Non conosco l'autore per l'altro suo incredibile lavoro che è Slam Dunk, ma ho scelto Vagabond per pura curiosità. Non c'è stata da parte mia alcuna intenzione di andare alla ricerca di un titolo storico che rievocasse i tempi dei samurai e del Giappone feudale, diviso in vari regni. Semplice e pura curiosità nello sfogliare il catalogo sul sito dell'editore; cercavo qualcosa da leggere, cercavo qualcosa che non fosse un titolo spesso, troppo, uguale ad altri con adolescenti alle prese con svariati problemi d'età.
Nel cercare, quindi, qualcosa che avesse dei personaggi un po' più adulti mi sono ritrovato davanti la pagina riguardante i volumi di Vagabond.
Interessante.
Non comprando mai a caso o per istinto, salvo qualche pazzia che si conta sulle dita di una mano, mi sono fatto un'idea dell'opera in internet.
Beh, mi ha convinto senza nemmeno un'anteprima, volume alla mano, in qualche fiera.
Trama e ambientazione
- Trattandosi di una recensione saranno presenti spoiler dell'opera per quanto si cerchi di rimanere sul vago.
Takezo Shinmen assieme al suo amico di sempre Matahachi decide di partecipare alla battaglia di Sekigahara con in palio una bella fetta di storia del Giappone. Lo scopo? Nel caso di vittoria, da vivi, c'era l'opportunità di ottenere qualche riconoscimento di tipo militare e migliorare le proprie condizioni di vita.
Il villaggio di Miyamoto nel quale vivono i due non è questo granché e la prospettiva è succulenta quanto rischiosa.
La battaglia si concluderà con la loro sconfitta, ma la loro vita verrà risparmiata, al contrario di molti altri.
Da questo momento in poi, che è solo l'incipit, Takezo Shinmen inizierà un percorso come Ronin, samurai vagabondo senza padrone, alla disperata ricerca dell'agognato sogno. Quello di diventare incomparabilmente forte.
O così è stato tradotto in italiano.
Matahachi? Ah beh, lui scapperà semplicemente dal villaggio innamorato di una donna, Oko, conosciuta per caso, già madre di una ragazza e probabilmente ex prostituta.
A causa di un temperamento arrogante e troppo sicuro di se, Takezo, finisce appeso ad un ramo di un alto albero da un certo monaco chiamato Takuan, che tutto appare meno che un monaco. Lì rimane per giorni fintanto che non raggiunge il primo passo per cambiare se stesso e allontanarsi dalla bestia che ha dentro di se ed è figlia di un padre samurai di alto livello dal pessimo carattere.
Slegato dall'albero Takezo accetta di cambiare nome e farsi chiamare Musashi Miyamoto, anche in onore del villaggio da cui parte per il suo viaggio. Questo riguarda lo sfidare i migliori combattenti in giro per le rinomate scuole di katana e altre armi bianche e diventare sempre più forte per dimostrare di essere il più forte.
Sebbene non se ne renda conto nell'immediato, per seguire questo suo desiderio è costretto a lasciare indietro l'altra amica di infanzia, Otsu. Promessa sposa del Matahachi, è innamorata di Musashi, ma non ha mai la vera occasione per farglielo sapere.
Il lungo viaggio di Musashi Miyamoto, fino al 15° volume lo porta a sfidare un grande talento di katana della scuola Yoshioka e il terrificante giovane monaco esperto di lancia della Hozoin. Se nella prima battaglia riesce a portare a casa un pareggio potendo sfidare soltanto il numero due della scuola, nella seconda sfida rischia davvero di morire, ma l'inesperienza dell'altro farà sì che anche qui si arrivi ad una situazione di parità.
La terza e ultima sfida verrà vinta dopo una strenua battaglia contro un personaggio visto nei primi capitoli, Kohei Tsujikaze, divenuto espero di Kusarigama.
Annovero anche l'incursione nell'abitazione-dojo degli Yagyu, un clan capitanato da un grande espero di katana. Purtroppo per il protagonista di quest'opera, questi è un anziano signore nemmeno tanto in salute.
Gli ultimi due volumi letti sino a qui, il 14° e il 15°, ci portano indietro nel tempo per raccontarci la vita di Kojiro Sasaki, un ragazzino sordo, cui Matahachi ha "rubato" il nome per guadagnare qualche soldo senza fare niente.
Qui termina la storia sino al volume 15; con Musashi Miyamoto in viaggio e Matahachi in fuga.
Disegno e cura per i dettagli
- Se state leggendo questa recensione qualche manga lo avrete letto sicuramente e saprete sicuramente cosa significhi mettere gli occhi su svariati tipologie di disegno. Dai corpi allungati delle Clamp a quello completamente digitale di Kakegurui. Qui siamo ad un livello di un altro pianeta.
Tutta l'opera è disegnata a mano, o quasi, con dei dettagli che non credo si possano vedere da nessuna parte. Ogni dannata foglia, stelo d'erba, righina sugli abiti dei personaggi, pieghette incluse, sono incredibilmente reali e proiettano il lettore ad avere a che fare direttamente con questi personaggi.
In Vagabond non c'è una predominanza di qualche aspetto rispetto ad un altro, niente continue inquadrature facciali, nessun personaggio sempre presente. Nessuna ambientazione riproposta perché evocativa di sensazioni specifiche.
Ogni capitolo, ogni volume racchiude tutto con la stessa cura, precisione nel tratto e immagine a tre dimensioni di capanne, scene di combattimento o dojo. Sfogliare le pagine significa camminare affianco del personaggio di turno potendo visualizzare facilmente dove si trovi.
Ci sono alcune inquadrature più larghe in alcuni capitoli, specialmente all'inizio, che permettono al lettore di comprendere il futuro luogo delle immagini che andrà a vedere di lì a poco. Sono tavole senza personaggi, spesso composte da due intere facciate in cui si possono notare eventuali dojo, capanne, zone rurali o ambientazioni più cittadine.
L'autore Inoue ci fa capire subito dove ci troviamo e ci permette di non sentirci smarriti quando l'azione si farà più concitata a causa dei continui scontri del protagonista.
Da mettere in risalto il modo in cui i personaggi cambiano aspetto durante il passare del tempo: capelli più lunghi o un po' di barba, magari le guancie un po' più scavate o i tratti più duri.
È uno spettacolo per gli occhi.
Di tanto in tanto ci sono delle tavole diverse, parrebbero "colorate" ad acqua, ma non è che mi piacciano poi così tanto. Staccano un bel po' dal tratto piuttosto deciso del resto dell'opera.
I combattimenti
- Se c'è qualcosa che mi lascia un po' perplesso di quest'opera sono i combattimenti.
Sono disegnati benissimo e non ci si perde niente delle azioni dei partecipanti, ma non mi spiego come ogni volta, l'autore, decida di fargli prendere una piega epica senza conclusione. Degli scontri visti sino a qui non è praticamente morto nessuno che non fosse un personaggio di contorno.
Denshichiro Yoshioka è un abile avversario e Musashi non è al suo livello, ma lo combatte con un pezzo di legno al posto della katana. I due ci danno dentro, ma alla fine, a causa di un incendio (solito Matahachi) che distrugge il dojo, finisce tutto in un "Ci vediamo la prossima volta. - Sì e ti ucciderò!".
Contro Inshun, alla Hozoin, Musashi prima le prende di santa ragione, poi è il giovane monaco a morire per pochi minuti. Viene fatto tornare in vita dopo una discussione all'altro mondo.
Non muore nemmeno Kohei Tsujikaze dopo esser stato letteralmente quasi tagliato a metà.
Sono dispiaciuto per questa mancanza, voluta, di realtà per alcuni "finali" nei quali risulta difficile comprendere perché alcuni di questi personaggi non muoiano con quelle incredibili ferite.
Punti deboli
- Nessuna opera è perfetta e se qualche paragrafo fa vi ho citato i combattimenti non risolutivi che finiscono per non far morire nessuno qui adesso vi citerò altre cose che non mi sono piaciute molto.
La prima è il solito difetto di stampa che finisce per tagliare alcuni disegni suddivisi nelle due facciate a causa del mancato bordo bianco centrale, dove c'è la colla. In pratica, come per Kakegurui, anche la Planet Manga (o Panini) rovina le bellissime tavole degli autori.
Non c'è una mappa.
Il viaggio di Musashi Miyamoto attraverso il Giappone feudale per scontrarsi con svariate scuole d'arme è privo di una reale dimensione. Sappiamo che parte da Miyamoto, oggi parte di Mimasaka, ma è difficile comprendere che questo villaggio non è nel nord del Giappone, ma quasi in fondo, a sud! Ci viene citata spesso Kyoto, ma altri luoghi non hanno una locazione ben chiara. Una semplice mappa con dei puntini sulla posizione della scuole non avrebbe guastato affato.
Altra questione mancante riguarda la politica del Giappone dell'epoca; sono concorde che non sia centro di quest'opera né dell'idea dell'autore, ma non sapere praticamente niente di quello che accade attorno a Musashi la reputo una leggerezza che toglie qualcosa e non aggiunge niente.
Autore
- Come detto l'autore è il famosissimo Takehiko Inoue, già autore di Slam Dunk, dal tratto di disegno piuttosto deciso, ma sempre volto alla definizione delle tavole affinché sia facile immaginarsi dentro la storia narrata.
Questa sua opera, tutt'ora in corso e iniziata nel 1998, ci porta in un Giappone non ancora tale prendendo spunto da un libro scritto da Eiji Yoshikawa che racconta appunto del famosissimo samurai Musashi.
Quest'opera, almeno sino a quanto letto, non tratta in alcun modo le vicende politiche di eventuali imperatori o comandanti di eserciti, ma solo di quello che succede nella vita di questo giovane samurai senza un padrone.
Consigliato: sì!
- Se desiderate anche voi leggere un manga giapponese con la M maiuscola dove non necessariamente ci sono storielle con personaggi giovani, ecco, questo è il titolo giusto.
Attenzione, però: l'autore non tralascia nulla di quello che vuole rappresentare pertanto verrete sommersi da sangue, morti e relazioni più o meno moralmente accettabili, ma che ricalcano quanto più possibile il giappone di qualche secolo fa.
Un disegno fenomenale permette di vivere affianco ai personaggi e di seguirli nelle loro avventure come nessun altro stile avrebbe potuto.