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Shouwa Genroku Rakugo Shinjuu

Il Rakugo è una tipologia di teatro giapponese, molto in voga durante gli anni della seconda guerra mondiale.

Questa recensione è stata scritta nel 2016, prima dell’implementazione del nuovo stile che potete vedere in quelle più recenti.

Recensione

Come già saprete avevamo scelto questo anime da portare sul nostro fansub, ma quei maledetti di VVVid hanno deciso di prenderne la licenza poco prima che finissimo di completare il primo episodio. (Scherzo ovviamente!) Trovate comunque il primo episodio nell’apposita pagina delle serie perché mi dispiaceva non renderlo disponibile dopo tutta la fatica fatta.
Si tratta di uno strano anime che, trama alla mano, ci aveva lasciati perplessi sin da subito. Cosa avrebbe potuto riservare un anime che parla di una vecchia tipologia di teatro giapponese?

Fortunatamente un amico aveva assistito di persona ad uno spettacolo di Rakugo in uno dei suoi viaggi in terra giapponese e ne parlava abbastanza bene. Non avendo a disposizione altri input ero un po’ titubante in merito alla sua visione e eventuale sottotitolatura.
Inoltre, dubito fortemente che il manga possa divenire di successo in quanto non può rappresentare i suoni e le voci, fondamentali per esprimere questa forma teatrale “single player” dove c’è soltanto una persona sul palco.
Gli altri episodi, dal 2° al 13°, li ho visti in streaming sul sito della VVVid e, a distanza di qualche giorno, sono ancora sorpreso: se il titolo ci anticipa cosa ci aspetta non ci dice che il Rakugo sarà sia protagonista che figurante; alternato nel ruolo principale e in quello dell’ambientazione nella vita di due/tre personaggi in particolare.

Un mix che raramente riesce a raggiungere così alti livelli portando a chi guarda moltissima soddisfazione. Questi tredici episodi ci raccontano che il Rakugo è stata una scelta durissima di vita perché richiede molta esperienza, professionalità e volontà anche in un periodo molto buio come quello della seconda guerra mondiale. Periodo nel quale molti giovani servivano per gli scontri e molti di essi sono morti.
Lo svolgimento della trama che parla di due uomini, amici e apprendisti, ma molto diversi tra loro viene espressa nel miglior modo possibile: con tutta la calma possibile e con la scelta di precisi momenti importanti.

Assistiamo all’ascesa di Bon e alla caduta di Shin scoprendo piano piano i loro diversi modi di vedere la vita e il Rakugo.
Sarò onesto, questo anime è l’esempio peggiore per l’uso del formato da 13 episodi perché anche con 25 non sarebbe stato possibile raccontare tutto quello che spesso viene dato per scontato. Ci sono anni che vengono saltati tra un episodio e l’altro, cose che non vengono spiegate affatto, come la relazione tra il maestro Yakumo 7° e la giovane amante che, diviene poi, moglie di Shin.
Per farla breve, chi deciderà di vederlo, si troverà davanti una trama gestita benissimo per quel poco tempo che c’è a disposizione.

Qui lo dico e non lo negherò: l’ultimo episodio è una schifezza vergognosa puramente commerciale per promuovere la seconda futura serie. Il manga pare contempli molte più cose e ne spieghi molte altre, staremo a vedere.
Per quel che riguarda l’animazione non c’è molto su cui recriminare: non c’è bisogno di effetti speciali, ma solo di una buona scelta nel dare risalto ai momenti importanti e non rimarrete delusi. Molto bella la scelta della sigla iniziale basata su una storia del Rakugo mentre la finale è, semplicemente, inascoltabile. Le voci per doppiare i personaggi credo siano le migliori possibili, forse non avrei scelto quella tizia dalla voce un po’ maschile per Konatsu, ma ci può stare.

Dannato formato da 13 episodi, questo anime ne meritava almeno il doppio!! Bellissimo.

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